Visualizzazione post con etichetta amore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta amore. Mostra tutti i post

giovedì

Baci rubati all'agricoltura

 

Conosco la storia di una donna che si era chiusa in casa
perché in paese si mormorava contro di lei.
Aveva lenzuola troppo bianche
o forse
i gerani si erano allungati un pò troppo
oltre la morale?
C'è da dire che in paese
anche il vestito nuovo del cocchiere fa sgolare.
Da quale pianta è nata l'invidia?
- si chiedeva quella donna.
Nel mio campo ho seminato tante erbe
alcune cattive altre generose
ma  mai, mai, questo arbusto di livori.
Che sapore avrà?
Il suo-futuro-marito-in-guerra le scriveva di non preoccuparsi,
un giorno sarebbe tornato a casa con un sacco di docili sementi.
Alla fine lei è morta per non avere mai potuto fare l'amore con lui.

***
Spesso mi chiedo dov'è che si compra l'invidia.
Ci rimango male, perché sono sempre l'ultima
a sapere degli sconti.
Eppure ce ne sono così tanti di aliti pesanti.

Che stagioni!
Io sono nata sotto i fagiolini
e ho un nascondiglio blu
dove tinger
le vesti di compassione.

Lo confesso solo ad Arnaldo:
il fiele amaro è un lusso
che non oso concedergli.


lunedì

Rido

C'è un punto ben preciso del mio io
da cui parte un punteruolo di ferro per
tracciare il cerchio di separazione
tra il mio cortile e l'erba d'altri.
Servono molti attrezzi acuminati per dissotterrare
i semi buoni, quelli che fanno crescere gli odori nei vasetti.
L'altro giorno Michele il fioraio mi ha venduto due margherite
e un paio di edere rampicanti per il mio vivaio.
Ho preso il terriccio buono e la palette e mi sono messa
a darmi da fare. Com'è bello guardare il sole
dalle persiane semichiuse e aspettare che la portinaia vada a farsi un pisolino!
Quando lei dorme io scendo di sotto
scalza
rubo innaffiatoio e rastrello e mi metto a bussare alle porte.
La primavera si nasconde nei bagni del treno, senza biglietto
si siede sulle ginocchia
che tu sia in bagno o sul tram,
ad ognuno il suo giorno di rinascita,
un fiore all'occhiello, violetto e lillà.

giovedì

L'Écume des jours - giorno 1837

 
Titano dolce
è miele
dentro il vestito
paradiso di api
irrequiete
accende i giardini
in autunno.

Hai sempre un ninnolo alla bocca

Vieni sulla montagna
raccontami la primavera
dei diamanti.

Di quello che ho nel cuore


Di quello che ho nel cuore
parlo poco, mi frena la paura
e voglio e soffro e mi fara' morire
la cosa che la lingua non sa dire.
Giovanni Raboni


A Ramina piace questo elemento.

martedì

Lo gnomo sulle spalle


Ha suonato alla porta ed è stramazzata su un lato.
Povera pazza, non ce la faceva più a sentire i miei comizi.
E così ha detto da sotto una mano

- mi faccio un sonnellino da te.
Quando siamo così stanche, prendo la fisarmonica e suono la Marsigliese
per farle arrivare i profumi della lavanda selvatica.
Lei dorme sotto le coperte rosse
occhi rivolti alla Madonna.
Io continuo a sfasciare gli specchi,
a tormentare i miei vicini
- I vostri fiori sono secchi
i vostri zerbini hanno le zecche.
Sotto al pianerottolo giovani menadi socievoli
gemono tra alterazioni scatologiche e centri-tavola con merletti 
  faccio di tutto per complicare
  il linguaggio, per confonderle
  mentre scorro le loro foto sotto i miei polpastrelli.
- La morale ti rende feroce
     diceva il bambino, quando non aveva altro da lamentarsi. 

     A chi mi fa il verso dietro le spalle
     io rispondo che non porto nulla addosso
     se non la malizia blasé di stolti abbagli.


domenica

La domenica romana


















Quando siamo soli e nessun animale infesta le nostre lenzuola
io e Titano decidiamo che è giunto il momento di lavarsi.
Lasciamo riempire la vasca, mentre la goduria scende dai nostri indumenti
lui ci mette dentro le gambe, io spremo un bagnoschiuma dall'etichetta senza nome.
Quando infiliamo i nostri fianchi esce fuori tutto
e finisce per allagarsi il pianerottolo del vicino.
Allora, mentre io serro le porte e incastro le sedie alle maniglie
per non farli entrare,
Titano prende la fisarmonica
e mi chiede - Maga ti prego suonami una canzone.
Io mi lamento quasi sempre perché non ho voglia di dare spettacolo
e preferisco recitare una lullaby originale.
Lui ride, mi ascolta trepidante, aggiunge due note, quattro,
ci mette dentro tutta la mano e io non capisco più
se tocca il mio seno
o è solo la sua corda che si stende oltre l'impercettibile suono
dell'immaginazione per diventare
suggello d'amore.

sabato

Sono in terrazzo seduta sullo sgabello. Ho su entrambi i mignoli due grosse vesciche e il terzo dito del piede sinistro tumefatto, forse morto. Non sono spaventata ma più che altro rassegnata: dovrò aspettare che passi questa moda sperando in una ritorno della punta quadra.
Gina: Berny ho parlato di te a Gabri, l'amico di Gio di cui
ti avevo parlato e sembrate fatti l'uno per l'altro!!
Ramina: da cosa l'hai visto?
Gina: boh, ho un sentore positivo! Si potrebbe organizzare un uscitina magari..se riesco
ti mando una sua foto domani o preferisci la sorpresa??
Ramina: non so, beh, magari mandamela che..
Tim. Il suo credito è esaurito. Può solo ricevere chiamate fino al...
Ramina: ma vaf!
Gina: hei ci sei? Che mi dici di questo appuntamento al
buio che ti combino?
Ramina: mah, credo che mi vergognerò un pò...
Gina: no dai, stai tranqui...senti ma a te piace la musica
elettronica??
Ramina: sì
Gina: perfetto siete già fidanzati!Mi parlava di un festival,
non so cosa...a Barcellona...
Ramina: Sonar?
Gina: esatto..ne stavo parlando ieri con Gio..siete
stra-precisi! Bene, è fatta! E' fatta?
Ramina: Ma sì! Un aperitivo non è mai stato negato a nessuno! Però niente entusiasmi esagerati, ok? No
perché a me ste cose portano sfiga.
Gina: tranqui Berny, ti porto due dei miei amuleti!
Mi sono presa una settimana di pausa. Lascio un pò di spazio a Maiboi, il suo ultimo spazio. Chissà se lui lo sa che gli è rimasto pochissimo tempo. Credo che sia meglio così, che sia completamente inconsapevole delle grandi cose che ci aspettano.
E' un uomo in fondo. Timoroso delle passioni entusiaste di ragazze dissennate come me.
Intanto esco con questo nuovo tizio e mi godo i Navigli.
Il sole c'è qua e pure tanta musica.

mercoledì


Nel tardo pomeriggio di oggi, mentre affogavo le mie occhiaie in un Americano assieme al mio amico S e altri regaz, ho pensato al labbro superiore di Pippo e ho concluso che:


  • le cose che mi mancano più di lui soon quelle che non mi dà.

  • domattina confezionerò una sorpresa e gliela lascierò sul portone.

giovedì

Una brutta giornata per Giorgia Soletta

Abbiamo un tavolo prenotato.
Sig. ina Soletta? Sì, perfetto, quello che dà sulla vetrata.
Giorgia e il bel Giammarco si siedono uno a fianco all’altro.
Giammarco è il responsabile Risorse Umane della DirectCom dove Giorgia stamattina ha fatto un colloquio di lavoro.
Dopo aver realizzato che la posizione d’assistente al direttore commerciale consisteva nel tenere in ordine il suo ufficio e preparargli il pranzo, Giorgia ha cercato di sviare la conversazione verso lidi più proficui, in modo che quel colloquio dai risvolti poco entusiasmanti potesse diventare quantomeno stimolante sul lato umano.
Così lei prima di arrivare qui faceva il grafico pubblicitario? – scodinzola con le sopracciglia – la pubblicità mi ha sempre incuriosita…si possono esprimere così tante emozioni usando solo poche parole, vero?

E così la sera stessa si fa portare a cena per continuare la piacevole chiacchierata della mattinata.
Non c’è nulla da dire: sicuramente tutto dipende dai primi 30 minuti della giornata: l’attitudine con cui ci si scaraventa sulla sveglia, il grado d’angoscia con cui ci si allunga a recuperare le ciabatte da sotto il letto, la gioia di rivedere le croste dei piatti della sera prima.
Se il mio mantra mattutino è Questo è il momento perfetto per agire Ramina! L’intero creato tesse delle trame segrete per inondarti di felicità, il suo è Ottimizza i tempi per raggiungere i tuoi obiettivi velocemente e sorridi.
Infatti sorride e si gode la novità di un’improbabile serata riuscita.
Giammarco è proprio uno di quei fighi da limonarsi in pubblico, dente luminescente e look pettinato con barba al secondo giorno che fa molto io mi prendo alla leggera. In realtà è tutto bello e lavato, depilato e agghindato con catene sobrie che si scorgono tra le pieghe della camicia e la canotta della salute.
La Giorgia, poi, non è da meno. Stirata nei suoi 167 centimetri e raggiante e loquace con il suo frizzare di ciglia che di certo non ti fa distogliere lo sguardo.
- che belle mani che hai, adoro la pelle liscia delle donne –
- ma come sei simpatico, ahahah, mi piacciono gli uomini che mi fanno ridere –
- di primo impatto mi sembravi una ragazzina ed invece parli come una donna
e sei così elegante nei modi e sofisticata nel linguaggio –
- anch’io amo lo strutturalismo visionario di Schifano! Domenica
andiamo in Triennale assieme -
- sì che bello, wow, dai… -
- huhuhuhu, no, cosa dici? –
- hihihihihihi –

Dopo una serie indefinita di gridolini e respiri profondi col petto, Giorgia avverte un problema. Laxotan: 2 pasticche, brodo di prugne a pranzo + uno spiffero bastardo nel fondoschiena scoperto.
Deve farne un po’ altrimenti si gonfierà fino ad esplodere.
È un risolino continuo attorno a quel tavolo, lei ride di lui lui di lei, neanche se ne accorgerà.
Tenta un’evacuazione lenta ma progressiva: per non fare il botto. Le sembra che siano quei peti silenziosi, tipici di chi si è imbottito di lassativo, non faranno rumore, ne puzza. Lei non puzza mai con quelle.
Ok, adesso vado, tanto è una di quelle calde e mute.
Invece no. Cazz…che sfiga!!
Esce fuori strombettando per alcuni secondi.
- Scoreggino? Ahahahahahah - Giammarco ride come un pazzo.

Se la ride pesantemente e non smette più. Sbatte il tovagliolo sul tavolo, sposta le gambe su un lato, si piega su se stesso e continua a ridere, ride mentre le allunga una mano in segno di cordoglio, ride ride e ride come un deficiente mentre Giorgia è bordeaux di vergogna e nello stomaco le budella si gonfiano di bile e vorrebbe esplodere e sfondare la dentatura di quel rincoglionito a scoreggiate perché un affronto così grande non gliel’avevano mai fatto, tantomeno un uomo che in meno di un’ora si sarebbe portata a letto, ma quello lì no, quell’idiota che ancora continua a ridere mentre lei non ride più ed è seria ora, le ha veramente rotto il cazzo, il cafone che ride per una piccola scoreggia, l’animale sguaiato che ride per una piccola scoreggia di dieci minuti fa, lo screanzato che non smette ancora.
Continua a ridere come se non ci fosse un domani.
Ho un altro uomo immaginario. Questo viene dopo BGfd43fyA. E temo possa prendere il suo posto. Non volevo, sono sincera, ma è arrivato. E adesso pretende. E’ stato tipo un transfer. Quando per la prima volta ci siamo visti, a settembre, abbiamo scaricato a terra moltissima tensione. Eravamo su un palco di legno, in piedi, mentre gli altri erano seduti. Io vicino al tavolo pieghevole, lui proteso verso questo che mi allungava dei flyer. Potrei scomporvi minuziosamente la scena ma rimarrebbe comunque una descrizione troppo sommaria. È stata una questione di millesimi di secondo, come quando un viso che incroci per strada ti ricorda qualcuno lontano ma non puoi continuare a fissarlo per molto, devi proseguire nel senso opposto e non sta bene girarsi che poi magari si accorge. Allora lasci perdere pensando - può essere. Finita lì.
Lui quindi è vivo, fatto di carne morbida e respira. È immaginario nel senso che tutto il contorno è mio. È moro e peloso. Si muove sinuoso e balla molto bene. Ha il ritmo vezzoso delle donne. Non parla quasi mai e il suo sguardo mi fa un po’ paura. È uno di quelli che dice – passami il bicchiere - guardando fisso il bicchiere. Oppure di quelli che dicono – grazie - senza sorridere. È un po’ ciccione per i miei canoni, ma farà la dieta - dice.
Sembra molto rigido; forse non è stato amato abbastanza da piccolo. Lo osservo mentre parla con la gente, tiene sempre una certa distanza, persino con le persone più intime. Quando sorride o è concitato a raccontare qualcosa inarca la schiena e spinge la testa all’indietro. Come faccio io per mettere il sedere in mostra.
È uno di quelli che non si avvicina ai visi.
Forse è uno da circolino, di quelli che fumano i sigari al venerdì sera e fanno letture ad alta voce con pochi intimi. Che sacca, sospirerei. Molto d’elite. Quando lo saluto si avvicina senza guardarmi e mi stringe i fianchi. Credo che gli piacciano: sento proprio che li stringe e penso sempre – cazzo.

sabato

Ramina sfida Hornby



Se l'argomento vi assilla provate a leggere "Amore liquido" di Zygmunt Bauman.
E' un testo denso e - per alcuni passaggi - criptico che parla dello sciogliersi, dello scomporsi e del perdersi delle emozioni. Il sociologo ci racconta di quanto sia facile incappare in scivoli emotivi: quanto spesso c'aggrappiamo a relazioni dalle quali non traiamo alcun godimento?
Come mai è così difficile per la nostra generazione - lui si sente diverso, fa parte della vecchia guardia- instaurare legami solidi?
Nel tempo della globalizzazione, nel tempo della tecnica e della finanza virtuale, anche le dinamiche affettive si sono adattate ai mutamenti culturali imposti dal mercato. Sembra impossibile.
L’amore cantato dai poeti, celebrato dai filosofi, danzato nelle balere del mondo, dipinto nelle tavole di Chagall, si sta rimodellando in forme e formule codificate.
Come le azioni di borsa, anche le relazioni amorose contemporanee schizzano e muoiono secondo le fluttuazioni sentimentali globali.
Tutto è ricondotto alla relatività materiale: non c’è nulla di stabile, nulla che possa valere per sempre.
Anche l’amore è trafitto dalla globalizzazione.
Arrivati alla fine di queste 220 pagine verrebbe da farla finita e affogarsi nella vasca.
Cerco un'argomentazione per ribattere, per potere dire non è vero. Eppure c'è poco da fare: viviamo in un mondo che si squaglia; tutto si liquefa in poco tempo, niente si stringe.
Precari instabili insicuri sull'orlo di un burrone, noi amanti liquidi.

venerdì

Relazioni tascabili: il mio ragazzo, quando serve.


Cara Ramina,
ti scrivo perché il quesito di questa settimana mi ha colpito particolarmente.
Il mio nome è Cristy, 27 anni, professione: free lance dell’amore.
Non ho un rapporto stabile da molti anni e fino ad un anno fa incontravo uomini coi quali instauravo relazioni di svariati mesi.

Ero sempre in affanno per fare funzionare le cose, per aggiustare un mio difetto quando il rapporto sembrava spegnersi, sempre in apprensione e angosciata dal fatto che poteva finire e che presto potevo ritrovarmi sola.
Poi, qualcosa in me è cambiato.

Non ho smesso di cercare uomini e la loro compagnia ma non ho più permesso alla mia mente di ammalarsi di simili paure e di struggersi in sforzi inutili.

Adesso sono fiera delle mie "storie nane" che possono durare una notte come un anno, serene, senza troppe aspettative ne illusioni. Vivo con più intensità il presente, l’oggi, l’emozione e non mi affatico a prevedere il domani.


Proprio vero: l’amore è un lavoro. Da gestire autonomamente, da organizzare. E per ignote cause virali si fa sempre più labile, sottile, fumoso ed esiguo tanto che per saziarsene lo si deve “coltivare” tra più parti.

La situazione potrebbe sembrare tragica, ma con un pizzico di cinismo e raziocinio dal panico iniziale si passa ad agire con senso pratico e destrezza.
Le cose stanno così: i periodi del corteggiamento si sono tragicamente ritirati ( i ragazzi non ne sono più capaci!), l’attesa e gli spasmi ( - mi chiamerà?-) si sono annullati ( o chiami tu o nisba); la passione esplode tutta nell’atto sessuale e pensare ad un rapporto duraturo è una pratica segreta da non svelare perché è diventato un tabù.
Siamo coppie part-time con rapporti tascabili, relazioni a singhiozzo e ci inerpichiamo in amori doppi tripli e scambi di coppie. Nell’acqua gelida di un mondo dove gli ideali diventano blasfemie, i rapporti tengono finché tengono, se conviene e se si guadagna.


Quindi Ramina cara, non assillarti a cercare risposte, a trovare l’uomo perfetto, a piangere lacrime d’amore, perché il tempo che sprechi oggi a struggerti puoi usarlo in un modo più proficuo. Per esempio, inondandoti di piacere prendendo spunto dal Dio Pan.