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venerdì

Di Perseo
Mi incanta
La sua arte
Che è principalmente di carta
(con la carta disegna e imprime le parole)
La vernice bianca sulle dita
La vernice bianca sui peli delle braccia
( e anche sulla maglietta)
Il risvolto in vita dei pantaloni
Le mutande sue consunte
Il pene d’oro che si gonfia
( l’idea che ho di lui dai pantaloni)
Una cicatrice menomante
Il 44
Lo sguardo indeciso di chi non sa cosa dire
( non imbarazzo, ma mancanza di argomenti)
E tutte quelle cose che giudico prevedibili,
le frasi ad effetto, le malizie, gli abbordi patetici,
la sensibilità improvvisa, lo stupore, la meraviglia
(senza dimenticare le maschere e gli scottex in tasca)
Molte cose m’incantano
Di Perseo l’indomito
E tutto ciò che giudico fuori luogo
Con lui è puro godimento.

sabato

Sono in terrazzo seduta sullo sgabello. Ho su entrambi i mignoli due grosse vesciche e il terzo dito del piede sinistro tumefatto, forse morto. Non sono spaventata ma più che altro rassegnata: dovrò aspettare che passi questa moda sperando in una ritorno della punta quadra.
Gina: Berny ho parlato di te a Gabri, l'amico di Gio di cui
ti avevo parlato e sembrate fatti l'uno per l'altro!!
Ramina: da cosa l'hai visto?
Gina: boh, ho un sentore positivo! Si potrebbe organizzare un uscitina magari..se riesco
ti mando una sua foto domani o preferisci la sorpresa??
Ramina: non so, beh, magari mandamela che..
Tim. Il suo credito è esaurito. Può solo ricevere chiamate fino al...
Ramina: ma vaf!
Gina: hei ci sei? Che mi dici di questo appuntamento al
buio che ti combino?
Ramina: mah, credo che mi vergognerò un pò...
Gina: no dai, stai tranqui...senti ma a te piace la musica
elettronica??
Ramina: sì
Gina: perfetto siete già fidanzati!Mi parlava di un festival,
non so cosa...a Barcellona...
Ramina: Sonar?
Gina: esatto..ne stavo parlando ieri con Gio..siete
stra-precisi! Bene, è fatta! E' fatta?
Ramina: Ma sì! Un aperitivo non è mai stato negato a nessuno! Però niente entusiasmi esagerati, ok? No
perché a me ste cose portano sfiga.
Gina: tranqui Berny, ti porto due dei miei amuleti!
Mi sono presa una settimana di pausa. Lascio un pò di spazio a Maiboi, il suo ultimo spazio. Chissà se lui lo sa che gli è rimasto pochissimo tempo. Credo che sia meglio così, che sia completamente inconsapevole delle grandi cose che ci aspettano.
E' un uomo in fondo. Timoroso delle passioni entusiaste di ragazze dissennate come me.
Intanto esco con questo nuovo tizio e mi godo i Navigli.
Il sole c'è qua e pure tanta musica.

domenica

Un mondo pieno di sguardi significativi


È un momento critico. Mi trovo faccia a faccia con l’uomo immaginario e dietro ho una spina tridente nel fianco: niente popò di meno che: Romoaldo il Poeta! Olè!
Insudicio il manico della borsa con l'umidità che producono le mie dita. Questa sera mi sento ingombrante e vistosa, lo sono?
Devo affrontare il terribile mondo degli sguardi significativi: panico.
Che devo fare? Come devo guardare??
E' Romoaldo che mi mette in testa tutte queste strambolerie, che le persone si capiscono attraverso gli sguardi, che ci s'innamora attraverso gli sguardi e si dialoga persino...io comincio a guardarlo e nella mia testa ho un messaggio ben preciso: alzo le sopracciglia ( ciao!) e poi le riabbasso ( che figo che sei ), lo guardo fisso con intensità ( limoniamo?) e poi distolgo lo sguardo verso il cielo. Fisso vagamente il cielo ( ah, le stelle) e poi lo riguardo abbozzando un sorriso -intesa cosmoplanetaria - ( allora ciccio?) piego la testa e gli guardo dritta il naso ( durerà molto questo scambio muto?).
Romoaldo sembra sorpreso della mia logorrea non-verbale e mi dice: splancamento d'occhi ( ah, sei lì?) alzata di spalle ( vado a fumarmi una paglia!) occhiolino ( ci si becca dopo eh?) e breve scatarramento ( bel cappellino comunque!)

mercoledì


Nel tardo pomeriggio di oggi, mentre affogavo le mie occhiaie in un Americano assieme al mio amico S e altri regaz, ho pensato al labbro superiore di Pippo e ho concluso che:


  • le cose che mi mancano più di lui soon quelle che non mi dà.

  • domattina confezionerò una sorpresa e gliela lascierò sul portone.

venerdì

SexyÜtopia

Momento I

Siamo io e Piero di fronte. Ci guardiamo dritti un minuto e poi iniziamo a commentarci:
- Te la tagli quella barba? ti fa vecchio...
- Guarda che non sei messa meglio, hai delle occhiaie!
- Fammi un caffè dai, che mi riprendo un po'
- No, fammelo tu, che mi piace fare il fidanzatino...
- Ecco bravo, allora lo fai tu e poi lavi le tazzine!

Momento II

Intimità tra amici. Bene, tuffiamoci.
- Oh, permetti alla mia spada di giada d'inserirsi nel
tuo fodero di seta!
- Oh oh, Indomito Scudiero non spaventare la
mia fenice palpitante con cotanto ardore!
- Ah, che festicciola letteraria e scopereccia ti
farei!
- Ah ah ah quale profondità di pensieri mi doni e con quanta
foga mi punti il tuo desiderio nella pancia!
Momento III
"Allo stato brado, la verità è fluida, sdrucciolevole,
errabonda, fuggevole, promiscua, caleidoscopica e bella", Rob Brezsny 2006
Piero mi parla di un'altra sessualità. Quella ridotta in scala 1:10.000, sfumata, diluita, ma non per questo meno vera, passionale e appagante di quella "intera". Lui mi dice che si chiama semi-sesso o sesso tra amici (ma la seconda la fa solo intendere perché sa che mi irrita) e che è un coinvolgimento non strettamente sessuale. E' un contatto empatico soprattutto, e scaturisce dalla voglia di condividere con l'altro un'intimità comune. E' il nuovo sesso che mescola le realtà ibride, che confonde reale e fantasia. E' molto più di quello on-line, è poliamorismo, è un no-limits di delirio emozionale che il giorno dopo sparisce e fa ritornare tutto alla normalità.
E mi racconta la sua prima volta.
- Sono in macchina fermo che aspetto Giorgia in Piazza Cordusio.
Sono assorto nei cazzi miei. Improvvisamente violente pestate
contro il finestrino mi spaventano e fuori una ragazza
imbestialita mi sclera addosso e m'impreca di andarmene che deve uscire
con la macchina. La guardo uscire di sè.
- Voglio andare a letto con lei. Però se non lo faccio è
uguale. Insomma nella misura del possibile desidero stare in una posizione
equa nei suoi confronti. Non voglio spingere nessuno a fare niente, né essere
spinto. Mi basta sentire la sua presenza vicino a me, la sua punteggiatura
intorno a me.
Momento ultimo
"L'introspezione falsifica tutto", Andrè Gide 1869-1951
Mi sento confusa e profusa di un amore provvisorio e scremato nei confronti del mio amico.
Che bella visione del mondo mi offre! Anch'io credo fermamente nel potere sciamanico degli organi sessuali e mi piacerebbe salvare il mondo a sferzate orgasmiche, ma purtroppo è solo un'utopia.
Non si può andare a letto con gli amici.
Tu ci provi a non pensarci, a rilassarti, a congiungerti con le ninfee e Pan, a correre nuda per lo stagno per essere catturata da una mano pelosa e secca che ti vuole sfinire, a divincolarti e salire in sella al levrerio del tuo amico che per caso passava di lì, a dirgli grazie, a lodare le sue forti braccia che ti hanno sollevato, a farlo sentire un grande uomo, a dirgli sì, non sei poi tanto male, ma alla fine non ce la fai più e vuoi andartene.
Ritorneresti quasi a piedi e magari ti piacerebbe che l'uomo dalle gambe caprine ti assalisse di nuovo piuttosto che spiegare all'amico che con lui il semi-sesso sarebbe deprimente e il sesso intero allucinante.
Ma poi ti fai prendere dai soliti pietismi e non hai il coraggio di deriderlo e assecondi i suoi giochetti intimisti e gli dici:
- Io ho una mente che è più grande del resto di me, una
coscienza inesorabile.
- Eddai Mina...Esplodiamo in un giubilio vorticoso di
violenza!
- Non riuscirei mai a tirare fuori l'animale, è inutile
Piero, mi viene da ridere...
- Ascoltami: tu sei una creatura mostruosa a sette dimensioni
che scopa da dio e ha tanta voglia che non sa più che farsene!
- Non si presuppone alcuna penetrazione, vero?
- Stai scherzando?!?! Ma dico, che cazzo hai capito! Guarda, non ti tocco nemmeno,
sto qui e tu lì. Per Dio!
- Scusa, non avevo capito, così va bene?
- No, un pò più distesa quella gamba, ecco così va bene.
Il desiderio immane di connessione ultra-sensoriale, il famoso sesso utopico e l'appagamento permeante che Piero osanna da un 'ora entra finalmente in atto:
lui seduto che accarezza la mia caviglia con un dito, io distesa e totalmente vestita, con un occhio alla tv muta e lui di nuovo, instancabilmente, che si racconta e si ripete, che si perde in vagheggiamenti psico-astrologici e mi lascia, come ogni volta, abbacinata.
Ramina e Piero ringraziano Anais Nin
e Rob Brezsny per le
suggestioni letterarie.

sabato

Cucchiaino

“Ci sono due modi per arrivare fino a me: con i baci o con
l’immaginazione. Ma c’è una gerarchia: i baci da soli non funzionano.”
Rifletto su questo adesso che mi trovo a smacchiare col sapone di Marsiglia il colletto della mia camicia macchiata di rossetto e fondotinta, una Effero azzurra, strattonata molto intenzionalmente dal giovane Perseo, ieri notte, su una Opel Meriva che ci portava a Milano.
Incomincio a vedere le cose con maggior chiarezza. Adesso capisco perché non mi ero fidata di lui il primo giorno, mentre ingannevolmente mi annunciava l’arrivo del Libeccio su una vespa senza sella. Le sue azioni sono completamente prive di sentimento o d’immaginazione. Parla per consuetudine e assuefazione, arraffando ogni argomento libero per la gioia di sproloquiare.
Allo stesso tempo non posso fare a meno di ammettere che conosce la tecnica del bacio meglio di chiunque altro. S’appoggia chino sulla mia spalla e m’inala tutta fino all’ultima esalazione. I suoi baci non cadono mai a vuoto: colpiscono sempre una parte del mio corpo tramortendomi.
La mia curiosità per lui si risveglia ingenua sotto le nostre risate immotivate. L’abilità con cui usa le mani per modellare le cose o per scoprirmi la pelle mi lascia perplessa e un po’ disgustata. Ho tentato allegramente di spiegargli la metafora del cucchiaino, suggerendo un consumo lento ed emozionale delle nostre essenze. Non ha capito. Ha riso e qualcosa di piacevole dev’essergli salito in corpo grazie al cucchiaino, ma poi mi ha subito chiesto: - perché non vuoi?
C’è troppo dell’analista in me. Sono abituata alla sensualità dentro alla passione nell’amore. Non riesco a scernere. Mi piace la sua bocca sapida e quell’odore di muschio dei suoi maglioni, ma il suo desiderio mi spaventa e mi allontana.
Compro Flair per rianimarmi. Le riviste femminili mi danno un gran sollievo e mi rendono più felice. Trattano ogni argomento con estrema cura e vaporosità insieme, solleticano i desideri inconfessabili in colonnine da trenta righe e mischiano dieta e sesso inequivocabilmente.
Mi viene in mente un’immagine bellissima d’accostare alla metafora del cucchiaino e la disegno sul finestrino umido del tram. È molto astratta, ma a casa la rifarò con la matita e più in dettaglio, disegnerò le braccia tornite di lui, l’esilità ossea di lei.
Mi innamoro della figura. Rifletto su quel qualcosa d’intatto e d’indifferente che mi determina. E mentre scende il buio, mi perdo.

domenica

Implosioni distrofiche del genere maschile. Era meglio quando si stava peggio

Non ci sono modi particolarmente efficaci per far stare un guardaroba invernale dentro ad un trolly nano.
E neppure esistono uomini che ti portano la valigia al piano terra, tanto meno aitanti fattorini che te la caricano sul treno.
Nei tempi moderni si fa tutto con estrema indipendenza e libertà, potendo scegliere tra il vestirsi a strati e il caricarsi tutte le borse addosso, il pc a tracolla, la valigia che strascica dietro.
Oggi Ramina si sente una potente palla di vita che corre a strattoni verso una metà che sa, per esperienza, le piacerà ritrovare, e dalla quale scapperà esausta dopo due giorni.
Casa.
Quella natale; quella dei baci sulla vespa; quella delle vacanze al mare: la casa dei sospiri, dei lamenti, della buona cucina, la casa calda e asfittica e basta.
Ma ciò che vuole di più da quel piccolo mondo antico sono i maschi. I maschi romagnoli del paesino, i suoi coetanei che ha lasciato per una città grande e cafona, i vecchi simpatici da fare serata, i belli sempre, i giusti.
Ha voglia di sentirgli il profumo del muschio addosso, vuole vedere la peluria uscirgli dalle camicie, vuole delle sopracciglia imprecise, della barbetta sciatta, un taglio di capelli dimenticato…

Che tu sia per me un übersexual

Entriamo.
Colore predominante: bianco. Livello d’allegria: esagerato.
Familiarizziamo con coraggio.
Ci sono i ragazzi che ti abbordano anche se posi lo sguardo su di loro per sbaglio. Hanno quella colonia nauseabonda avuta in omaggio dal ferramenta quando hanno comprato il trapano. Ad ogni modo, sono vistosamente appassionati di nuove tendenze: indossano infatti un jeans branded con cintura importante, slip emergente con elastico-slogan che li identifica (alle volte si è assistito anche a personalizzazioni estreme tipo Rino ama la gnocca), una scarpa di ghisa lucente la cui punta richiama intenzionalmente gli stivali di John Wayne.
Sono loro che alzano esponenzialmente il tasso d’euforia del locale, loquaci e sudati ti parlano molto, troppo vicino alla faccia e l’odore che senti non è certo quello dei boschi in autunno. Non dicono quasi mai nulla di interessante, ma non ti ascoltano neppure, presi come sono a giocarsi tutto nelle prime quattro battute d’attracco citando Vasco o pescando nel Frasario Del Borazzo Di Costiera qualche frase deplorevole.
Secondo la sociologia dell’intorto questo genere masculo non soggetto all’estinzione si definisce retrosexual (o paleosexual).
Dopo avere schivato il primo gruppetto appostato all’entrata, negli angoli bui e meno battuti si trovano i ragazzi-vetrina, quelli che non ci proveranno mai perché loro ce l’hanno dorato e molto molto pulito. Gli orecchini, le ascelle depilate e il pareo hanno permesso di sdoganare la figura dell' uomo mascolino e rude dal suo lato femminile accorto. Ecco che cerette, trimmer, creme per il viso e lampade sono gli argomenti topic su cui puntare se si vuole impugnare la loro spada preziosa. Ridere molto e con frequenza, anche senza apparente motivo. L’immagine speculare della loro donna perfetta è La Sciampista, versione femminile di un certo gusto nevrotico nell’indossare le marche, nell’esporre scritte, catene, crocifissi, diamanti e lingerie in acrilico.
La sociologia dell’intorto li chiama metrosexual e descrive questa moltitudine proliferante di egocentrici come individui dall’angosciante superficialità.
E poi arrivano i nuovi. I ragazzi sensibili che hanno superato la superficialità del metrosexual mantenendone però lo stile: niente più shopping compulsivo ma acquisto ragionato di pochi ma eleganti capi. Sì ai cosmetici ma senza eccessi. Belli naturali, belli puri.
E sono soprattutto questi giovani, gli übersexual, che ascoltano le donne invece di cercare di sottrarre loro la crema idratante prima di andare a corteggiarne un' altra.
Ce ne sono abbastanza.
Sono quelli timidi in jeans attillati e occhiali da intellettuale, gli anti-macho con un po’ di gobba e la maglietta logora.
Quelli dal malumore cronico, con un passato problematico sulle spalle, con paranoie amletiche sulle labbra, con una tristezza nell’animo che ti verrebbe da allattarli.
Adesso sono loro che vanno per la maggiore, forse perché ancora una novità.
Te li vedi davanti che ti raccontano del primo viaggio sulla Luna e di come avrebbero voluto vivere quel momento con più consapevolezza, li ascolti cantare una canzone che hanno scritto per la figlia che devono ancora concepire e poi ti fai accompagnare a casa, lasci che ti guardino con profondità, che ti prendano il viso tra le mani e che ti bacino sulla fronte.
Dicendoti solo, Buonanotte.