giovedì

Storie senza coda


                                                                                                                


















Alfredo è morto perché ha saputo troppo o forse troppo all’improvviso.
Certo è, che è crepato di colpo, in una posizione insolita per il morire, seduto sulla scrivania, davanti al suo pc.

Nessuno di noi vorrebbe morire davanti al pc, seduto diligentemente, mentre lavora o gironzola in rete. Morire in questo modo è un insulto alla poesia  dell’esistenza umana e Alfredo, per il tipo che era, mentre sentiva il cuore venire meno, avrà di certo pensato che quella era una morte ridicola.  
Avrà anche pensato che voleva finirla in fretta, vuoi per la situazione imbarazzante in cui l’avrebbero trovato, accartocciato su se stesso, con la testa sulla tastiera e le braccia penzoloni, vuoi perché la prima ad accorgersene sarebbe stata sua moglie e da sola avrebbe faticato a spostarlo dalla sedia per adagiarlo sul pavimento e piangerci sopra.
Alfredo pensò che quel morire non ci voleva, Chissà perché un infarto proprio ora, eppure si sentiva bene, le analisi le aveva controllate il medico qualche mese fa, Povera Laura, avrei voluto rimediare al disastro della nostra vita coniugale ma non sono riuscito ad arrivare alla fine,  c’e l’avevo quasi fatta a farti rinnamorare.
Laura era nella stanza accanto.
Quando sentì quelle grida, simili al rantolo dell’animale sgozzato, esitò diversi secondi, forse un minuto, prima di alzarsi dalla sedia.  

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