martedì

Pausa noise post-sbornia

Ho il cuore emozionato. Ma dov’ero quattro mesi fa? Dio, ma chi era con me? Hai sentito l’adrenalina? L’ hai sentita o no? Dimmi un po’ allora, dovrei vederlo il paradiso?
Io camminavo, più o meno sola, con borse del Sansbury piene e pesanti, col vento fresco che pungeva gli zigomi….che bello. Londra è stata la mia salvezza. Vorrei continuare, ti giuro, a riempirmi di luoghi comuni, ad usare l’aggettivo bello in tutte le salse: di fronte all’emozione divento analfabeta.
Cotiche d’ignoranza pesano sulle mie dita e la mente s’ubriaca subito, le guance arrossiscono.
Ascolto musica, ripercorro con la mente ogni via, ogni battuta, tutti i momenti spesi insieme.
Gli amici.
Titti London, Guy, Francè de Roma, Tatiana, Hanh, Annecharlotte, Julie, Emma, Timo, Vanessa, Paolo, Ida, Michael e i bimbi……che nostalgia!
Sono certa di aver avuto un altro tipo di circolazione, un’ altra pressione, un altro cuore.
Pompavo linfa vitale per tutto il Regno. Pestavo la strada con più forza, bevevo la birra con le papille erette, i miei capelli respiravano e s’attorcigliavano al collo, ridevo come una matta, mangiavo solo roba fritta.
Vivevo le piccole cose con una passione che neanche immaginavo di avere, mi gustavo i sapori, gli odori e le persone. Le studiavo e raccoglievo a mani aperte tutto quello che mi davano. Tesori immensi.
Una ricchezza infinita e di valore inestimabile che qui manca. Un deserto nel bel mezzo del nulla, dove vivono cactus e insetti e animali solitari. Esseri viventi che sopravvivono al caldo, alla durezza della loro esistenza senza pensare mai che un giorno vissuto diversamente vale una vita intera della loro.
E rimango a barcamenarmi sui miei tacchi, a destreggiarmi indolente fra i mille encomi e le futilità di un sistema che si regge sul venerdì sera.

Come dopo una lunga ed estenuante fila alle Poste, senti dentro un bisogno doloroso di comprare un abito nuovo, nero e un po’ seducente perché stasera vai a mangiare fuori. Ti viene quella strana sensazione di inadeguatezza e desiderio di vendere il tuo corpo.
Ecco allora che ritorni emotivamente sorda.
Ti tingi le tette d’inespressività e arroganza, vuoi assomigliare ad una prugna inacidita e preferisci non parlare. Solo con il pensiero, collegandoti con altri mondi e con altre esistenze nutri un sincero piacere. Piacere di ascoltare, di capire cose mai sentite, di condividere un idea, di inneggiare ad un ideale.

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