martedì

Prepararsi per un colloquio

Hai cenato la sera precedente con la mamma al ristorante e lei non sta più nella pelle dall’emozione.
- È la tua occasione figliola, finalmente fai qualcosa per cui hai studiato! Oramai non avevo più speranze e comunque, quell’università, Scienze della comunicazione, perché diavolo promette così tanto se poi siete tutti disoccupati?
- Appunto mamma, non è ancora cambiato nulla, non mi hanno ancora preso, la gufi troppo e mi agiti!!!
Insomma. Mi metto questo pantalone, ultimi ’90, nero, a sigaretta, con piega frontale. Sono veramente old-fashioned e in un certo senso rispetto il mio gusto demodé.
La giacca ce l’ho, ma le camice dunque, come devo fare? Non sono di moda da cinque anni e quelle dell’adolescenza riflettono uno stile country che non mi s’addice proprio. Ma come facevo a portare quelle fantasie esasperanti a fiori e quegli spacchi sui fianchi!
No, mi sembro una betonica: i pantaloni li cambio. Opto anche per un dolce vita.
Venti minuti alle undici. Ne impiegherò 25 come minimo per arrivare e parcheggiare.
Tic toc. Tic toc. Toc toc. Toc toc. Toc toc.

Questi sono i due suoni che si alternano a seconda del materiale che sta a terra.
Ciottoli, piastrelle, cemento. Cammino su e giù con le mie scarpe beige e faccio rumore.
Prima o poi dovrò portarle dal calzolaio. Hanno un po’ di tacco e d’aspetto sono mediamente formali; posso abbinarle con vari tipi di jeans e metterci sopra golfini color pastello.
Ho scelto comunque una gonna sobria. Quel basic che non sbaglia mai, a prescindere da chi ti intervista: che sia un bifolco o un raffinato.
È un bifolco.
Ma solo nella forma.
A dispetto di me ha azzardato con una camicia a scacchi sulle tonalità del rosso e i bottoni country, quelli di finta madreperla a click. Ha le maniche tirate su fin sopra i bicipiti e due occhi che gridano riposo.
Devo essere mimetica. Devo essere come la carta da parati del palazzo, perfettamente integrata con the crew, devo essere entusiasta del mobilio spicciolo della mia futura gabbia creativa e sorridere.
Ammonisco me stessa: non urtare con la tua eleganza l’armonia degli uffici, passa davanti alle porte dolcemente e non commentare senza motivo. Sii economicamente una piuma e proficuamente indispensabile come l’acqua nei termosifoni.
E intanto aspetta.

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