domenica

Il cinema

















E sì, pare che sia così, che te ne sei andata dicendo Non
ce la faccio più a esserti amica, te ne sei andata con il mio sguardo sulla tua maglietta, Vado a fumarmi una sigaretta nel cesso
mi dici per rassicurarmi,  Tu rimani che io lo so a memoria.
Tu sai molte cose e me le racconti con tono e voce da gran cassa, fai rumore, ripeti gli accordi, Ne bastano due, mi dici ogni volta.
Te ne sei andata prendendo su tutto, la borsa, il cappello e la giacca,
ma a pensarci bene ce le avevi già tutte in mano queste cose, come se ti fossi seduta pensando di andartene,
ti sei seduta composta e con tutte le tue cose incastrate nelle dita non ci volevi venire al cinema, ma qualcosa ti ha portato qui lo stesso,
io forse? Ma che dico, io no, io al cinema mi addormento e di certo non sono più sul filo teso delle tue priorità.
E sì, pare che sia stata io a lasciarti sul fiume quella notte,
anche se doveva affogare qualcun altro.
E non ti stanchi ad ascoltare il mio ripeterti la storia della Maga,
te la racconto ogni volta con un colore diverso e ci divertiamo
a cambiare i connotati di quell'uomo che la ama così tanto e male,
da farla morire nella Senna.
Finiamo col raccontarci dei vecchi cinema di Parigi, l'uomo
che ama tanto e male, a prendersi il caldo che fuori manca,
che guarda sempre lo stesso film,  povero e senza una donna,
non si fa domande, ma continua a fumare,  perché allora si poteva e quella donna l'aveva uccisa lui.
E sì, pare che sia così, che te ne sei andata in gran stile,
interpretando il ruolo che fino a ieri era sempre stato mio.
E non ci sono canzoni e non  ci sono poesie che io possa improvvisarti adesso,
così, sul momento, con quei due accordi che mi hai insegnato,
basta poco per emozionare, mi dici ogni volta, un Mi minore
può tante cose e anche le tue labbra possono,
le tue labbra gonfie d'acqua, le tue labbra al sapore di lillà,
viola e bianche, le tue labbra che mangiano la vita con affanno,
le tue labbra sotto lo specchio dell'acqua della Senna, che non hanno capito
che ancora bisogna nascondersi per un bacio, che due seni che si toccano
devono farlo all'ombra, tra i sedili di un cinema d'essay,
alla domenica pomeriggio, quando ci sono solo vecchi che ronfano
e alcuni innocui pervertiti.



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