martedì

Gelosia di uno spaventapasseri
















Ancora un giorno da inventare
e neanche una lettera.

C'è già l'odore di neve, 
la punta del naso, il tuo amore, 
        se ne sta alla finestra, 
guardiamo che avanza, 
        ah l'inverno
l'inverno è in cammino,
ci spinge vicini alla porta.

Vogliamo origliare
lo spirare del vento
che abbassa la guardia, 
solo a certe altezze
solo con le premure 
di un focolare
brace in mano
castagne nel grembiule
e le tue gambe
piegate a cassettino
sul tappeto di lana caprettina

Brrr!
Abbiamo voglia di fare dello spirito
nonostante il freddo 
decidiamo di sacrificare 
il trumò veneziano
per un'altra mezz'ora di luce
con l'ultima 
ebbra frenesia
che quella lettera possa ancora 
arrivare.


Ancora un giorno da inventare
e neanche una poesia.

L'hai bollita con le maraschine
per farmi ridere 
e non dormire
ah l'inverno,
            l'inverno fa il suo cammino
e ci costringe a mettere i bollori 
sottospirito
sigillare le dodici illusioni,
in vasetti per la marmellata 
uno 
per ogni plin plin
della signorina di sopra
che fa i bisogni senza necessità,
Sì, proprio lei 
inguine e versoio,
faccia di santino indù.

Regaliamole i versi
che rubiamo agli uccelli
in cambio di una mezz'ora di pace
in cambio di un braccio o di una gamba
in giardino
he had forgotten darling
the soldier 

had forgotten
no letters darling, 
till the winter
is
on its way.
ci alita contro
lo spaventapasseri precario. 

2 commenti:

Cecilia ha detto...

Ah, quanto mi piace il tuo modo di scrivere brunettina dal nome che piace a Garibaldi e dal cognome inquinante per legge.

Anita Damianto ha detto...

Anche io mi diverto molto a casa tua Cecilia!
Tra l'altro, sto cercando la tua email... che sia cripto-nascosta dietro a qualche bella storia?